Perfezionismo: come trasformarlo da nemico ad alleato con il Kaizen

Se ti ritrovi spesso a pensare che le cose che fai non sono mai perfette, se cerchi di controllare tutto fino allo sfinimento in modo che niente vada storto, se il tuo modo di pensare è “o tutto o niente, se non è perfetto tanto vale non farlo nemmeno”, allora è probabile che ti sia capitato più volte di sentirti immobile, con molti progetti in testa che non hai mai messo in pratica perché pensavi non sarebbero stati all’altezza della situazione, che avresti sbagliato qualcosa o addirittura fallito completamente.

So bene come ci si sente. Per molti anni sono stata una perfezionista, una maniaca del controllo. Se tutto non era perfettamente organizzato fin nel minimo dettaglio non partivo nemmeno. Mi sfinivo a furia di pensare, organizzare, valutare ogni possibile rischio e relativa soluzione. E quando avevo finito, rivedevo tutto e ricominciavo a modificare. In questo modo non partivo mai e nessuno dei miei progetti prendeva il via. Ho imparato a mie spese, in quegli anni, quanto il perfezionismo sia nemico dell’azione.

Col tempo e con molto lavoro su di me ho imparato che finché continuavo a temporeggiare cercando di fare la scelta migliore per ottenere un risultato perfetto non avrei realizzato nessun obiettivo. Progetti meravigliosi, apparentemente infallibili, senza sbavature… tutti nella mia mente!

Oggi so che non esistono scelte giuste o migliori… esistono scelte. Fatte nel momento preciso in cui ti trovi, con le risorse che hai a disposizione nel luogo in cui sei.
Ho compreso che se faccio qualcosa di concreto anziché perdermi nell’ansia del voler fare tutto perfettamente, metto azione. E qualsiasi azione io faccia, anche la più piccola, crea un effetto, smuove le cose, mi mostra la situazione da un altro punto di vista.

La perfezione non è di questo mondo

Ora, se ti aspetti che io ti rincuori dicendoti che è possibile abbandonare definitivamente e completamente il perfezionismo… beh, mi dispiace deluderti, io non ci sono riuscita. Però posso assicurarti che sono stata in grado di trasformare quel perfezionismo a me tanto nemico in qualcosa che mi stimola e mi aiuta a dare sempre il meglio… agendo anziché pensando. E questo sì, è possibile!

Qualsiasi cosa tu voglia realizzare è importante partire da un progetto, da una visione, da un obiettivo prefissato.
È necessario che tu abbia le idee chiare su dove vuoi andare e come ci vuoi arrivare (e, possibilmente, anche sul perché vuoi andare proprio là!). Dopo, nella lista di cose da fare che avrai individuato, è bene sceglierne una.
E iniziare a farla. Subito.

Ma come… senza pensarci giornate intere? Senza valutare per la centesima volta i pro e i contro? Proprio così! Probabilmente se sei come me all’inizio ti troverai un po’ a disagio o addirittura incapace e fallibile. Ti capiterà di pensare, mentre agisci, che non va bene, che ciò che stai facendo non piacerà a nessuno perché non è perfetto. La chiave è accogliere questa sensazione di disagio senza tentare di respingerla. E nel frattempo continuare ad agire.

Sbaglierai? Certamente! Gli errori sono inevitabili quando si agisce!
Ma alla fine avrai fatto qualcosa di concreto, avrai comunque messo in moto molte più cose di quanto non avresti fatto stando ferma, avrai esperienza e una base su cui lavorare ancora per fare meglio in futuro. 

Se è vero che la perfezione non è di questo mondo, puoi tendere al miglioramento. Puoi accettare il fatto che la perfezione è solo un ideale ed essere realista di fronte alle tue capacità. Puoi utilizzare quella tua spinta naturale a fare le cose bene in uno stimolo, sostituendo il “voglio che sia perfetto” con “voglio migliorarmi continuamente”

È così che io, nel tempo, ho trasformato un nemico in un potente alleato: con il Kaizen.

Cosa è il Kaizen

Il volersi migliorare continuamente è il fondamento della filosofia del Kaizen, parola che deriva dalla fusione di due termini giapponesi: Kai (cambiamento, miglioramento) e Zen (migliore, buono) e che significa “cambiare in meglio”.
Il termine è stato coniato negli anni ’80 ma il modo di pensare è nato in Giappone quando, subito dopo la seconda guerra mondiale, le aziende dovevano essere competitive sul mercato ma non possedevano né le risorse né il tempo necessario per un cambiamento immediato e radicale. La soluzione fu l’azione. Agire continuamente, attraverso piccoli passi, imparare dagli errori e riprovare forti dell’esperienza, migliorando costantemente fino a raggiungere risultati importanti e cambiamenti tangibili.

Come mettere in pratica tutto ciò? Anziché focalizzare l’attenzione su grandiosi (e improbabili) risultati perfetti ci si concentra su una singola azione: cosa posso fare oggi che mi avvicini anche di un solo passo all’obiettivo finale? E quando ho la risposta, agisco.

Se il tuo obiettivo è correre una maratona senza aver mai corso prima d’ora e ti concentri sul risultato finale, sugli oltre 40 km da percorrere e nel frattempo stai a casa a pensare al modo più efficace per essere in perfetta forma, è probabile che tu a quella maratona non parteciperai mai. Quello che puoi concretamente fare è chiederti “cosa posso fare oggi per migliorare la mia forma fisica e arrivare un giorno a correre la maratona?” Una volta che lo hai stabilito, lo metti in pratica. Se la tua risposta è “Posso correre 10 minuti”, dopo averlo pensato, fallo. Solo dopo aver corso 10 minuti potrai raccogliere informazioni, valutare come stai e decidere se il giorno dopo vorrai correre per 15 minuti o 30.
E così via, un giorno dopo l’altro, nell’ottica del miglioramento continuo.

Nella crescita personale il Kaizen può accompagnarti mentre ti proietti verso il tuo obiettivo senza l’ansia del risultato finale, mentre ti focalizzi su un’azione alla volta migliorandoti continuamente.
Ogni passo che compirai sarà il frutto di ciò che potevi fare con le risorse a disposizione in quel momento.
Lo accoglierai con orgoglio, per quello che è, qualcosa di perfettamente imperfetto, con la consapevolezza che la prossima volta avrai a disposizione l’esperienza precedente e potrai migliorare ancora. E intanto continuerai ad agire attraverso quelle piccole azioni quotidiane che, nel tempo, faranno la differenza e ti porteranno dove vuoi. 
Imperfettamente.

"Per essere perfetta le mancava solo un difetto."

Karl Kraus

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